Cartaceo o digitale? – Elementare A2

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Articolo – Lettura – Lessico – elementare A2 – Libro cartaceo o libro digitale? Leggere molto e di tutto o leggere meno ma di qualità? Ecco cosa ne pensa un lettore forte che legge 150 libri all’anno. Scopriamo cosa ne pensa lui e approfondiamo il lessico intorno ai libri e alla lettura… buona lettura!

Je choisis ma formation

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In Italia il 46% (per cento) della popolazione ha dichiarato di aver letto fino a 3 libri nell’ultimo anno, mentre soltanto il 14,5% ha letto fino a 12 o più libri (dati Istat). Questa è la premessa per presentare Marco Zanette, blogger «fuori dal branco» e per noi esempio di «lettore forte» che ogni anno legge tra i 120 e i 150 libri o ebook. Un lettore forte, anzi, ultrastrong che legge e scrive di libri sul suo biblioblog.

Possiedo un ebook reader da oltre un anno. Nel mio caso, la lettura digitale non ha ucciso quella cartacea. Al contrario: i due modi di leggere non sono competizione. Adoro sfogliare le pagine reali, così come è piacevole la lettura su ebook.

Con le librerie, ultimamente, ho sviluppato un rapporto conflittuale.
La mercificazione del libro è per me intollerabile. Il libro assomiglia sempre di più a un detersivo. Si entra in libreria e sembra di essere al supermercato. Un libro/detersivo non è un’offerta rivolta al «lettore forte», ma al lettore di massa, quello che compra il libro che TUTTI consigliano e TUTTI leggono.

Ci sono decine di capolavori già riconosciuti che ancora non ho letto e che vorrei leggere. A questi dedico molto del mio tempo di lettura e poi per le nuove pubblicazioni ascolto i consigli delle persone amiche che hanno gusti simili ai miei e mi interessa molto il consiglio della bibliotecaria. In biblioteca vado molto più volentieri che in libreria.

Invece per le mie letture digitali acquisto su alcuni store on line che conosco e hanno buone offerte per qualità e prezzo. Non compro mai un ebook se non costa meno della metà del corrispondente cartaceo. Un ebook non può costare solo il 20 o 30 % (per cento) in meno di un libro cartaceo: per me è inaccettabile!

E poi, c’è il “lato oscuro”: si pubblica continuamente, impossibile leggere tutti i libri che sono pubblicati. È un fenomeno positivo? Non lo so, certo è strano, perché si pubblica molto, ma le statistiche dicono che si legge sempre meno.
Secondo me, il problema non è la grande quantità, ma la poca qualità di quello che si vende. Si possono fregare una volta milioni di persone, ma non due o tre volte uno che ama leggere: dopo un po’, inevitabilmente il Buon Lettore si allontana e la sua fiducia è persa. Un buon lettore insoddisfatto è un cliente perso per sempre.

Adattato da Ebookreaderitalia

 

 


Focus lessicale: ‘Ti ho fregato’ – ‘Mi hai fregato’ – ‘Non me ne frega niente’.

“Si possono fregare una volta milioni di persone, ma non due o tre volte uno che ama leggere”.

  • Fregare qualcuno (in forma attiva) o farsi fregare (in forma passiva) significa imbrogliare o essere imbrogliati (ingannare, truffare o essere ingannati, essere truffati, subire un danno o causare un danno a qualcuno).

Ad esempio:

• in forma passiva = subire – Mi sono fatta fregare, pensavo di aver comprato una collana di pietre preziose a poco prezzo, invece non vale niente!
• in forma attiva = far subire – Ho fregato il mio amico giocando a poker!

  • Fregarsene significa disinteressarsi, non curarsi, non interessarsi.

Ad esempio:

  • Me ne frego dei giudizi degli altri! Non mi interessa! Non me ne frega niente!
  • Non me ne frega niente dei giudizi degli altri! Non mi interessa! Me ne frego!

Molto comuni sono anche le espressioni: ‘Che me ne frega!’ oppure ‘Fregatene’ per invitare qualcuno a non preoccuparsi di qualcosa.

Attenzione!

‘Me ne frego’ è ormai espressione usata correntemente e si è dimenticata la sua volgarità e la sua triste origine storica. Infatti ‘Me ne frego’ è un’espressione di origine fascista, inventata da Gabriele D’Annunzio, e usata dagli squadristi fascisti italiani nell’epoca di Mussolini, quindi l’espressione ha un secondo sinistro significato, perché usata come slogan di appartenenza dalle cosidette ‘camicie nere’ (uno dei tanti ‘slogan’ usati). Le espressioni del tipo ‘non me ne frega nulla’ o ‘non me ne importa nulla’ non hanno questo secondo significato e sono da preferire.

Nessuna differenza tra ‘me ne frego’ e ‘non me ne frega’ o ‘non me ne importa nulla’, ma è meglio usare ques’ultima.


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