Articolo di livello avanzato C1 – In quest’articolo vi parliamo di un grande personaggio italiano che ha rivoluzionato il sistema educativo: Maria Montessori. La biografia della grande psichiatra italiana ci dà l’occasione di riflettere su un uso particolare del presente e del futuro per esprimere fatti del passato. A voi, buona lettura!
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Maria Montessori nasce a Chiaravalle, il 31 agosto del 1870. Il padre è un uomo istruito e tradizionale. La madre è invece una donna dolce e intelligente, che tollera poco le etichette.
Per seguire il lavoro del padre, Maria è costretta a spostarsi più volte, prima a Firenze e poi a Roma. I continui trasferimenti renderanno mediocre il suo andamento scolastico.
A quattordici anni si iscrive alla neonata Regia scuola tecnica di Roma e sarà tra le prime dieci alunne a diplomarsi. Matura l’idea di iscriversi alla Facoltà Medicina della Sapienza, un percorso assolutamente inusuale per una donna dell’epoca. Maria diventerà la terza donna in Italia a iscriversi (e poi laurearsi) in medicina.
L’inizio degli studi non è semplice. In facoltà è l’unica donna: si sente spesso derisa, sottovalutata, discriminata. diventa comunque la migliore del suo corso.
Durante gli anni dell’università si interessa a molte discipline, ma la sua vera passione è la psichiatria. Nel 1896 si laurea in medicina e decide di specializzarsi in psichiatria infantile.
Diventa assistente alla Clinica psichiatrica dell’Università di Roma e collabora con il Professor Giuseppe Ferruccio Montesano. Lavorano con quei bambini che non hanno mai visto nulla all’infuori dei letti a cui sono stati legati e delle stanze in cui sono stati rinchiusi, e che, proprio per questo, appaiono ritardati e vengono considerati anormali. Maria e Montesano riescono a ottenere i finanziamenti per portarli fuori da quelle stanze.
Montesano è spaventato dall’idea di lavorare con una donna, ma nutre una grandissima stima nei confronti di Maria e le consente di crescere e di coltivare le proprie intuizioni.
Al posto dei sistemi educativi tradizionali, basati su un apprendimento passivo, Maria sperimenta qualcosa di nuovo: un insegnamento pratico, naturale all’esperienza del mondo, basato sulla convinzione che non esistono persone stupide o analfabete, perché intelligenza e linguaggio sono già in ognuno di noi.
Partecipa a diversi congressi femminili e si batte a favore della parità di genere. Nel 1898 partecipa al congresso di pedagogia di Torino, dove presenta i risultati del proprio studio e otterrà così la carica di direttrice della scuola magistrale ortofrenica di Roma.
Nel frattempo il rapporto tra lei e Montesano diventa sempre più intenso, si innamorano e iniziano ad avere una relazione, durante la quale Maria resterà incinta. Per salvaguardare la reputazione di entrambi, Montesano le chiederà di mantenere segreta la gravidanza e di andare a partorire lontano da Roma.
Maria sarà costretta a dare in affidamento il bambino nato. Soltanto dopo quattordici anni riuscirà a rincongiugersi con lui, fingendosi una zia lontana. La verità sulla sua maternità sarà svelata solo dopo la morte.
La sua carriera, negli anni a seguire, è sempre più brillante. Oltre a diversi incarichi in qualità di medico, consegue la libera docenza in antropologia, che le permetterà di lavorare a una nuova organizzazione degli asili infantili. Nel 1906, Edoardo Talamo, direttore dell’Istituto Romano Beni Stabili, decide di costruire 58 palazzi nel quartiere di San Lorenzo, per risolvere il problema dei figli dei lavoratori, si rivolgerà a Maria per strutturare i programmi.
Nascono così Le case dei bambini, che altro non sono che le scuole materne cosi come noi ancora oggi le conosciamo.
Secondo Maria la disciplina si apprende a partire dalla libertà, imparando a gestire la propria volontà. Queste convinzioni faranno il giro del mondo, diventano note come “Metodo Montessori”.
Dopo aver ritrovato suo figlio Maria trascorrerà la sua vita viaggiando moltissimo, per portare il suo metodo in giro per il mondo. Celebre è, ad esempio, il lungo periodo che ha trascorso in India. Muore a Noordwijk, nei Paesi-Bassi, il 6 maggio del 1952.
Sulla sua tomba, in lingua italiana, si legge: “Io prego i cari bambini, che possono tutto, di unirsi a me per la costruzione della pace negli uomini e nel mondo”.
Informazioni raccolte e adattate dal Web
Presente storico e futuro usati per esprimere fatti del passato
Molto spesso per raccontare fatti del passato invece che usare un tempo passato si usa il presente. Quest’uso è molto frequente nella narrativa e nel giornalismo, e di solito ha lo scopo di rendere più coinvolgente il racconto di eventi passati.
Ovviamente si deve cambiare completamente prospettiva. È necessario immergersi in un punto del passato e considerarlo come presente, di conseguenza tutto quello che avviene dopo quel momento è considerato come futuro.
Ecco perché nelle biografie molto spesso il presente è accompagnato dal futuro, anche se parliamo di azioni nel passato. Consideriamo il presente storico come la causa e il futuro come la sua conseguenza: entrambi i fatti sono realmente accaduti.
“Presenta i risultati del proprio studio |<– Causa| e otterrà così la carica di direttrice |<– Conseguenza|”.
“Consegue la libera docenza in antropologia|<– Causa|, che le permetterà di lavorare a una nuova organizzazione degli asili infantili” |<– Conseguenza|.
- Osserva altre frasi tratte dalla biografia di Maria Montessori:
“Il rapporto tra lei e Montesano diventa sempre più intenso, (…) iniziano ad avere una relazione, durante la quale Maria resterà incinta”.
“Montesano vuole salvaguardare la reputazione di entrambi, le chiederà di mantenere segreta la gravidanza”.
“Nel 1906, Edoardo Talamo, decide di costruire 58 palazzi nel quartiere di San Lorenzo, (…) si rivolgerà a Maria per strutturare i programmi”.
Se desiderate esercitarvi con il futuro vi proponiamo gli esercizi ‘L’anno che verrà‘ e ‘La befana‘