La chiave del borgo – Intermedio B1

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Articolo di livello Intermedio B1 – I piccoli borghi italiani combattono il fenomeno dello spopolamento, sfruttando in modo sostenibile la bellezza del territorio. Ripresa del passato prossimo regolare e irregolare. E un gioco per conoscere meglio la geografia d’Italia.

Je choisis ma formation

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Qualcuno punta sull’artigianato, altri sul paesaggio o sull’agricoltura. I piccoli comuni italiani hanno iniziato a combattere il loro destino: lo spopolamento. Con progetti mirati, che funzionano.

A Castelmezzano 11 anni fa hanno deciso di riprodurre un’attrazione francese, qui ribattezzata il Volo dell’Angelo: è un giro mozzafiato fra le creste dolomitiche che sovrastano il paesino, appesi a un cavo d’acciaio a 120 km all’ora. «Vengono da tutto il mondo, c’è una lunga lista d’attesa e ogni giorno si effettuano circa 200 voli», racconta Lorenzo Palazzo. «L’Europa ha finanziato il progetto con un milione di euro e ogni anno la struttura ne fattura 700mila, sufficienti per gli stipendi di 22 ragazzi, che si occupano di assistenza al volo e manutenzione». Uno di questi è Alessandro, 25 anni, appassionato di sport estremi: «Ho scoperto un percorso perfetto per il canyoning», dice, e ha in mente di fare di Castelmezzano la capitale degli hobby estremi. «Il Volo dell’Angelo ha acceso l’entusiasmo delle persone. Alcune hanno aperto un b&b, altre un ristorante, una birreria, una focacceria ». Insomma, la gente ha smesso di scappare, ma ci vorrà un po’ prima di veder tornare qualche giovane.

Nella vicina Matera invece, questo risultato è già raggiunto. Massimo Casiello, informatico, ha vissuto 10 anni tra Roma, Milano e Torino, ha riportato la propria esperienza nella sua terra d’origine. «Otto anni fa sono andato a trovare mia nonna, che mi ha raccontato la vita nei Sassi. In particolare mi ha raccontato la storia dei timbri di legno usati per fare un timbro sul pane e riconoscerlo quando si andava a cuocerlo nel forno comune». Ogni famiglia aveva un timbro con le iniziali del nome, che veniva regalato dal fidanzato alla futura moglie. Massimo ha fatto suo questo racconto e ha aperto una falegnameria artigianale in centro per fare i timbri di Matera, a forma di gallo, e con incise le proprie iniziali. Oggi i nuovi timbri sono diventati il souvenir tipico, ma ci sono coppie di sposini francesi o tedeschi che passano ore in laboratorio a incidere insieme il loro timbro.

Dietro alla rinascita dei borghi c’è spesso un racconto, uno storytelling come quello che ha saputo creare Bova, nell’Aspromonte calabrese, che punta tutto sull’escursionismo, racconta Andrea Laurenzano, fondatore di Naturaliter, associazione che si ispira ai racconti dei viaggi in zona dell’illustratore e romanziere inglese Edward Lear. Andrea racconta che, quando nel ’90 ha finito le superiori, «l’idea di tutti era di andare via. Ma non la mia: nel 1994 ho cominciato a camminare, ho tracciato sentieri e percorsi per accogliere e accompagnare i turisti. Così è nata Naturaliter, che oggi dà lavoro a 28 persone. E infatti nel Grecanico sono sorti ristoranti, agriturismi e aziende agricole che hanno fatto del bergamotto il punto di forza.
I clienti sono spesso iscritti al Cai, ma ci sono tanti inglesi e americani, agenzie svizzere, studiosi del Centro di Cultura Italiana di Parigi. Abbiamo inserito viaggi dedicati al disegno: cerchiamo paesaggi mozzafiato, qui non mancano».

Nell’Appennino Reggiano. Qui Enrico Bini, presidente dei comuni montani, in tutto 33mila abitanti, racconta come questo territorio è entrato nel progetto Snai per le Aree interne: «Abbiamo interpellato 350 persone. Così abbiamo rilanciato un centro scolastico specializzato in elettronica e meccatronica, anche grazie all’azienda Electic 80, che assume i giovani usciti dalla scuola. Siamo diventati un polo attrattivo per 1500 ragazzi che arrivano anche da Modena e Parma».

Hanno deciso di lavorare insieme il fondo americano York Capital e la Feidos, società italiana di finanza immobiliare guidata dal manager Massimo Caputi. Gli americani da qualche mese hanno comprato le Terme di Saturnia, attrazione della Maremma che si è impoverita per la fuga di giovani e famiglie. La bella Montemerano si è spopolata perché i turisti stranieri hanno comprato le case del centro storico, ma sono poi disabitate per gran parte dell’anno. Massimo Caputi ha rilanciando le Terme, non si è limitato a chiedere ai dipendenti di essere più accoglienti e imparare l’inglese, ma cerca la collaborazione locale per rendere il territorio più funzionale: estensione dell’orario dei negozi o offerta di prodotti tipici.

Un’impresa simile di rilancio è riuscita a Daniele Kihlgren, italo-svedese. All’inizio degli anni Duemila si è comprato un quinto del borgo medievale di Santo Stefano di Sessanio, parco del Gran Sasso, e lo ha trasformato in un esclusivo hotel diffuso: 27 camere, 13 vie, altrettante piazzette. Ha recuperato i materiali del posto, senza aggiungere nulla, senza modificare gli arredi, semplicemente ha riproposto gli ambienti medievali, impreziositi da dettagli come i copriletti tessuti da un’artigiana locale. Di recente Kihlgren ha esportato il modello Sextantio anche a Matera: nelle Grotte della Civita, 18 camere recuperate dalle dimore di pastori e contadini.

 

di Gloria Riva – Adattato da D.IT – Repubblica 5 Ottobre 2018

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