Venezia: luminarie al risparmio – Interattivo – Intermedio B1

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Articolo – Intermedio B1 – Venezia sempre affascinante, ma non è più la stessa: il turismo di massa, i grandi centri commerciali, la crisi dei piccoli negozi cittadini e la grande crisi nazionale. Cosi il Natale 2018 è stato meno luminoso, meno luci, meno decorazioni. Focus sui connettivi ‘mentre’ e ‘invece’. Buona lettura!

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VENEZIA – Malgrado la bellezza delle raffinate luminarie, venezia quest’anno sarà meno addobbata per le feste rispetto agli scorsi anni. Mentre Mestre si arricchisce di lampadine colorate grazie anche ad un intervento del comune per sostenere il commercio in un’area circondata dai centri commerciali. A venezia le luminarie sono pochissime e poche seguiranno nei prossimi giorni.

Certamente la trasformazione del tessuto commerciale ha un suo peso: i sempre più numerosi negozi di souvenir a basso prezzo, alimentari da asporto e bar non hanno certamente interesse ad addobbare alberelli davanti al loro ingresso. E le sempre più numerose catene nazionali e internazionali non collaborano con i negozi locali nella gestione delle spese delle luminarie. Da tempo succede che chi avrebbe molti più soldi in realtà approfitta della generosità dei più piccoli. Ora, però, si sono rotti le scatole.

Difficilmente quest’anno vedremo luminarie alle mercerie e poca roba si vedrà anche in strada nova e lista di spagna, luoghi un tempo consacrati alla luce durante le feste. La gente non si mette d’accordo e i pochi non accettano più di pagare per tutti. L’Ascom di Venezia si era offerta di dare assistenza tecnica per le pratiche e l’installazione, ma le richieste sono state pochissime. Ormai quei 100-200 euro per illuminare la calle o il campo tra metà dicembre e carnevale non li vuole più spendere nessuno. Soprattutto ci sono i “furbastri” che non pagano, perché sanno che altri lo faranno.

“Purtroppo la crisi si sente ancora – commenta il presidente di Ascom venezia, Roberto Magliocco – il commercio è crollato di colpo dal 15 novembre e non si recuperano neanche i soldi delle spese. Inoltre, continua il clima di incertezza a livello nazionale. Infine, c’è la sensazione che a Mestre l’amministrazione comunale investa di più rispetto a Venezia e non tutti sono contenti di questo. Certamente i negozi sono sotto l’attacco della grande distribuzione, ma servirebbe un po’ più di attenzione, visto che ormai buona parte del tessuto commerciale è formato da grandi catene che non collaborano con i negozi locali. Esiste qualche coraggioso, ma si stanno stufando un po’ tutti, malgrado abbiamo offerto la massima disponibilità”.

Nella maggior parte delle zone illuminate, il comune ha dato un contributo tecnico. Quindi avremo le luminarie in Area marciana con l’associazione Piazza San Marco, ma solo perché ci sono dei volonterosi che si sono fatti carico dell’organizzazione e spesso degli oneri. A Piazzale Roma ci hanno infine pensato direttamente Vela e AVM.

Nonostante i ripetuti richiami alla qualità, anche quest’anno il mercato natalizio avrà i soliti prodotti. Si tratta delle solite bancarelle che vendono un po’ di tutto: dalle pentole a piccoli oggetti elettronici, dalle calze ai torroncini e alle caramelle. Questo mentre i tentativi di imitare i mercatini dell’Alto Adige con prodotti artigianali di qualità sono andati a vuoto. Il tempo dei mercatini è finito, perché la città non ha più vuoti stagionali da riempire, ma servono invece iniziative che portino clienti là dove c’è la qualità.

Adattato dal ‘Gazettino Mobile’


Focus lessicale: « Rompersi le scatole di… / Stufarsi di… » Sono espressioni che hanno lo stesso significato, cioè ‘essere stanco e annoiato di qualcosa o di qualcuno, ma anche ‘non riuscire più a sopportare qualcosa o qualcuno’.

· Mi sono stufato di mangiare sempre le stesse cose; · Mi sono rotto le scatole di mangiare sempre le stesse cose;

· Si è stufata del marito e l’ha lasciato; · Si è rotta le scatole del marito e l’ha lasciato;

· Ce ne andiamo, ci siamo stufati di questa festa noiosa; · Ce ne andiamo,  ci siamo rotti le scatole di questa festa noiosa.


 

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