Come si dice ‘Start-up’ in italiano? – Intermedio C1-C2

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Lettura con esercizi di comprensione – Avanzato C1 – Come si dice Start-up in italiano ? Sostituire la forma inglese start-up con una forma in italiano non è facile, orami è entrata nell’uso professionale nella sua forma originaria. Ma ci sono delle alternative, ecco cosa risponde La Crusca, la più importante istituzione in Italia sugli usi della lingua italiana.

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Si può dire: Start up o start-up o startup – tutte le forme sono ormai nell’uso, specie le prime due, normali nella lingua d’origine; ma la terza è in italiano quella più usata (è preferibile usare quella unita dal trattino). È una parola inglese (in uso dal Cinquecento), che come verbo corrisponde all’italiano ‘cominciare, mettersi in moto’, e come nome significa ‘avvio, inizio, accensione’.
Oggi start-up individua soprattutto una nuova impresa, tecnologicamente avanzata, che, a partire da un’idea iniziale e piccoli capitali, cerca un organizzazione economica e investitori che credano nel suo progetto industriale e finanziario. Il nome indica ormai qualsiasi azienda nascente di tipo e obiettivi moderni, una società esordiente in qualsiasi campo dell’imprenditoria, specie nell’informatica, nei servizi e nella finanza. Nell’inglese dell’economia start-up precede anche, in funzione di aggettivo, company (start-up company cioè ‘impresa, società, azienda esordiente’o ‘nuova’).

Quando si traduce start-up come nome (‘impresa, società, azienda esordiente’) il genere femminile è l’unico che spetta a start-up nel significato oggi prevalente in italiano.
C’è però uno start up al maschile che significa ‘inizio, avviamento’ di qualcosa in campo imprenditoriale ed economico, che può avvenire ovviamente anche dentro un’azienda già consolidata o di tipo tradizionale.

Esiste anche una forma come nome maschile o femminile quando designa un imprenditore o un’imprenditrice agli inizi del nuovo progetto, ma in questo significato non ha avuto particolare fortuna.

Se nel suo significato maschile la parola è facilmente sostituibile con ‘avviamento, lancio’, è più difficile oggi sostituirla nel suo diffuso significato femminile con una parola italiana, perché start-up porta con sé anche il senso di tecnologia informatica avanzata.
In italiano, parole come ‘esordiente’, ‘matricola’ o ‘principiante’, hanno un valore non sempre positivo, che mal si addirebbero al senso di ‘successo’ e ‘modernità’ che hanno in inglese, significato che ha acquisito dall’uso in economia.

Un altro uso fortunato della parola start-up si è sviluppato negli anni scorsi ed è collegato al senso di ‘incubatore d’impresa’, cioè un’istituzione che favorisce la nascita delle start-up. I francesi al posto dell’anglismo usano ‘nouvelle entreprise’ e in italiano si potrebbe usare facilmente l’espressione ‘nuova (o giovane) impresa’. Si potrebbe usare anche ‘neoimpresa’ e non sarebbe male! Ma dubito che gli economisti, avidi di anglismi come sono, gradiscano e dunque pare molto difficile “l’impresa” di italianizzare le start-up.

Articolo di Vittorio Coletti adattato da ‘Risponde La Crusca

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